1. |
L'esercito incantato
04:08
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L’ESERCITO INCANTATO
E ferisci come preferisci
addormentati, poi risvegliami
Sono distante come luci all’alba
sempre blu, più vai giù
Stordiscimi, scompigliami
taglia il cardine esplodi l’attimo e vedrai
Che anche tu sarai come gli aghi in riva
a campi nomadi coltivati a plastica
Con gli inutili vermi in lattice
di latrine chine con lo scarico
Solo carte rosse su vagoni verdi
che ripartono con il tu piangere
Arbitri folli di partite trite
con alberghi là e vetrine qua
Stordiscimi, riflettimi
irretiscimi
sgomentami, esaudiscimi
imbastiscimi e poi solfeggiami
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2. |
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UNA GALERA EQUIVALENTE SULLA RIVIERA
Angoli di luce buia
tra volumi antichi
e volti in bianco e ocra
letti di lenzuola
di cartapesta
su parquet di cemento a presa rapida
rantoli di quella
che si dice buona musica
sparata da impianti
comunque più grandi
polvere di vite cieche
che vantano rubano condannano
in galere di diamanti
tra le sbarre d'un cancello a click
e secondini in perenne riunione sindacale
con ranci di
finger food take away
e sushi come vuole
il prete il venerdì
bloody mary e blue martini
e ancora tanta neve
per dare il proprio meglio al lunedì
in alberghi ad a alta velocità
o in pensioni a bassa densità
vostra unica immorale fustigata ora di libertà
negata all'apparenza
votata all'astineza
incede con l'assenza
di dichiarata violenza
dentro un tunnel d'arroganza
di squadrista militanza
di dubbia appartenenza
a una classe con la panza
con la vostra detentiva
libertà vigilata
che si spende in una
galera equivalente
su una riviera elegante
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3. |
Lindamente a G.L.F.
04:33
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LINDAMENTE A G. L. F.
Caotico e moribondo è il posto dove
con sagace finezza
ci hanno lasciato ardere.
Hanno scelto questo per noi
bruciati dalle fiamme di scottante ipocrisia
anneriti dal fumo di gesuitiche maschere,
bugiardi farisei calcolatori ci consumano
nelle vampe della loro incandescente indecenza.
Scagliati nell'abbandono, qua soli
brucianti
al cospetto di crocchi boriosi
un formicaio di
persone che vogliono farci credere che così si vive
in questo mondo "umano"
e questo è l'umano che vivono.
Disumanarmi allora è quello che voglio
se questa è la prigione in cui devo sopravvivere
rinchiuso tra sbarre d' ignoranza
barriere architettoniche del pensiero.
Godo fortunatamente sempre
del mio inseparabile
istinto antiumano,
ma
una notte
umanamente insonne
sordide serpi strisciarono tra le lenzuola amidate di nosocomio
Un punk
quasi vecchio
agganciava rampini e unghie a questo mondo
che aveva urlato e vomitato
e che lo aveva scartato
come l’ultimo dei temporali nel deserto
Quell’urlo senza fine
si raggomitolò tra l’ugola e le tonsille
comodo come non era mai stato
si chetò il vomito
si raffreddò la pelle
i buchi si sanarono di croci
i capelli si inchinarono
al rituale antico, che non fu più dato dissacrare
e il ginocchio, morbido per non aver mai toccato terra,
cominciò a conoscere il fetore di marmo
ormai mutato a massimo piacere
La paura che cantavi di non avere
ti coprì fredda con una coperta porporata.
A quella mano falsa ti aggrappasti
per non avere la forza di essere ciò che credevi
per non essere come gli altri, come non sei mai stato
per portare alla fede il tuo nome
per non essere l’ennesimo clichè del rock ‘n’ roll
qualcuno è il pre
qualcuno è il post
senza essere mai stato niente
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4. |
Conformità evidenti
07:25
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CONFORMITA’ EVIDENTI
conformità evidenti
di idioti dinosauri
di oscurità morali
secco stolto e fatto male
a piramidi conformi
avvezzi a sventolare
franati da asteroidi
nel prossimo futuro
equidistante dal sole
su satelliti continentali
autonomi legiferano
di antenne e di catene
il nostro bisnonno
ha stuprato i nostri padri
sfondandogli le tasche di milioni
siamo figli delle stelle
pronipooti di sua maestà il denaro
perdonate l’intrusione
mi inginocchio e me ne vado
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5. |
Il forcone
03:55
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IL FORCONE
questa non è più una società civile
non esiste più una società civile
guarda che cos’è la tua società civile
Vi infilzeremo e non scapperemo
davanti ai vostri gendarmi pennati
a fuoco le bandiere di qualsiasi colore
saremo i nuovi vespri
con gappistiche incursioni
andremo a pascolare
sulle vostre petroliere
a mordere l’asfalto perchè ci è venuta fame
buchi allo stomaco e sui nostri conti in banca
tendenzialmente rendono gli animi ostili
e ostilmente veniamo da voi
coi forconi acuminati a unica bandiera
tre punte per unirci destarci ed astenerci
tre punte per unirci destarci ed astenerci
pensavate finiti i tempi del baccano
di averci imbonbonito e imboccato a sufficienza
e invece noi cantiamo da sotto il nostro vulcano
che la guerra è cominciata pacifica ma urlante
schivando e collidendo contro il vostro o un altro potere
serpeggia per le strade e non si blocca all’imbrunire
siamo talmente tanti che non vi viene voglia di contarci
paratevi il culo con i vostri scudieri
raccontate bugie ai vostri bambini
staccate la luce ai nostri condomìni
rinchiudetevi nei bunker coi vostri milioni
solo la filigrana resterà per sfamarvi
noi ora ci cibiamo di ciò che credevate vostro
riprendiamoCI gli aranci, le olive e il nostro mare
non crediamo più nella società civile
non esiste più una società civile
questa non è più la mia società civile
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6. |
Ora me ne vado
02:52
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ORA ME NE VADO
Non rispondo ad una corte che non mi rappresenta
RIT. Ora me ne vado, ora me ne vado, ora me ne vado
Io non lo chiamo oltraggio non avete il mio diritto
a decidere di me, a additare chi ha sbagliato
a dire chi può vivere o di chi puoi fare a meno
RIT.
Non si vede nessun uomo se sta dietro a un bancone
se non la vedo non le credo
RIT.
Non modero alcun tono non sono io che urlo
non sono io che martello non sono io che sudo
RIT.
Tronfi sui vostri telai di cartone
a tendere corde come ignobili parche
tre silenzi e persone
tra scuri e lettini
tra caschi e iniezioni
tra morte e assassini
RIT.
Pensate che la vostra nascita fatale
sul culo di un’isola nel cesso di un tram
faccia di voi i nostri grandi eroi
RIT. Ma quando ve ne andate, ma quando ve ne andate, ma quando ve ne andate
Perchè un popolo ignorante ha messo una croce su una faccia
per obbligo e dovere tra due sbarre di cartone
alla fine di un complotto assai ben organizzato
che nella vostra lingua mi pare si chiami elezione
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